L’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale ha pubblicato, nella Gazzetta Ufficiale del 24 novembre 2017, n. 90, il Bando di Concorso pubblico per titoli ed esami a 365 posti di analista di processo-consulente professionale, area C, posizione economica C1.
La procedura concorsuale è aperta a chi è in possesso della laurea magistrale o specialistica in scienze dell’economia, scienze economico-aziendali, ingegneria gestionale, scienze dell’amministrazione, giurisprudenza, teoria e tecniche della normazione e dell’informazione giuridica (ovvero, del diploma di laurea di vecchio ordinamento corrispondente).
Inoltre, l’art. 2, comma 1, lett. b) prevede, tra i requisiti da possedere ai fini dell’ammissione al concorso, la “certificazione – in corso di validità – di conoscenza della lingua inglese, pari almeno al livello B2 del Quadro Comune Europeo di riferimento, rilasciata da uno degli enti certificatori riconosciuti dal decreto n. 118 del 28 febbraio 2017 del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione – Direzione Generale per il personale scolastico”.
Quest’ultimo titolo obbligatorio suscita non poche perplessità.
Ed invero, l’art. 37 del Testo Unico del Pubblico Impiego, di cui al decreto legislativo 30 marzo 2001 n. 165, obbliga la Pubblica Amministrazione ad accertare la conoscenza della lingua inglese, ma non a trasformarlo in requisito di accesso obbligatorio ad un concorso.
Va precisato che l’art. 6 dello stesso Bando prevede lo svolgimento di una prova scritta oggettivo-attitudinale consistente in una serie di quesiti a risposta multipla riguardanti, tra l’altro, l’accertamento delle competenze linguistiche.
Non si ritiene, dunque, perché debbano essere discriminati ingiustamente coloro che, pur avendo una conoscenza effettiva dell’inglese pari o, addirittura, superiore al livello B2 richiesto dal bando, non siano in possesso della certificazione che, come è noto, è a pagamento.
Il rilievo assegnato dal Bando al certificato B2 (livello medio-alto) è, poi, del tutto irragionevole rispetto alle mansioni da svolgere.
Infatti, secondo il Quadro comune europeo di riferimento per le lingue l’utente con tale attestazione (First Certificate in English, Bec, IELTS 5.5 – 6.5) “è in grado di comprendere le idee fondamentali di testi complessi su argomenti sia concreti sia astratti, comprese le discussioni tecniche nel proprio settore di specializzazione. È in grado di interagire con relativa scioltezza e spontaneità, tanto che l’interazione con un parlante nativo si sviluppa senza eccessiva fatica e tensione. Sa produrre testi chiari e articolati su un’ampia gamma di argomenti e esprimere un’opinione su un argomento d’attualità, esponendo i pro e i contro delle diverse opzioni”.
Dunque, il grado di conoscenza richiesto appare sproporzionato rispetto al profilo a concorso. Del resto, la giurisprudenza ha affermato che la previsione di requisiti ulteriori rispetto a quelli previsti dalla legge è legittima se motivata circa il bilanciamento tra la limitazione della platea dei potenziali partecipanti e le specifiche ragioni per ottenere la provvista di personale con competenze specifiche.
Non a caso, il 22 novembre scorso il Concorso ha costituito l’oggetto di un’interrogazione parlamentare incentrata sulla necessità di riformulare il Bando con criteri meno stringenti e più idonei alle reali necessità dell’INPS.
Il nostro studio legale ha, dunque, predisposto un’azione per contestare l’ingiusta discriminazione.
Pertanto, si potrà aderire al ricorso collettivo entro il 22/12/2017, al costo di €. 150,00, da promuovere dinnanzi al TAR Lazio sede di Roma
PER ADERIRE
Per aderire al ricorso scarica la seguente modulistica CONF. INCARICO PROFESS_TAR, da inviare entro il 22/12/2017, a mezzo posta, al seguente indirizzo: Studio Legale SAIA-VALENZA, Via Giacomo Cusmano n. 3, 90141 Palermo
INFO
Per richiedere informazioni sul ricorso scrivi al seguente indirizzo email info@avvocatosaia.com – oppure contattaci al seguente numero 091/7462637 o compila il modulo “Entriamo in contatto” precisando nel messaggio la tipologia di ricorso per il quale si richiedono informazioni
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Articolo a cura dell’Avv. Maria Saia
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